LA CORONA DELL'AVVENTO - CINQUE CONSIGLI PER NON FARE PASTICCI

Qualche giorno fa vi ho raccontato della mia ultima esperienza alla scuola materna del Pripi e vi ho accennato al fatto che stavo preparando una Corona dell’Avvento anche per casa mia. Visto che il lavoretto davanti ai bambini era stato molto semplice ed aveva richiesto poco tempo, mi pareva tutto sommato una buona idea.

Ma questa nuova decorazione natalizia, così come il calendario inventato all'ultimo, non era proprio prevista e la sua realizzazione, per quanto breve, mi ha scombinato un po’ i piani (doveva essere assolutamente pronta per la domenica) ed ho dovuto prepararla davvero di corsa.

Quindi il primo consiglio che vi do - e che è comunque una regola valida per ogni tipo di lavoro manuale (io ovviamente me ne dimentico spesso) - è di non avere fretta e di dedicarci tutto il tempo necessario. Ve lo scrivo subito, in modo che non vi sfiori neppure l’idea di poterla realizzare negli unici dieci minuti liberi di una giornata pienissima.

Avevo già recuperato il materiale necessario mancante (il supporto circolare e le quattro candele rosse), perché di rami sempreverdi ne avevo ancora in abbondanza, visto che la Corona dell’Avvento della scuola materna era davvero piccola e non ne erano serviti molti.

Utilizzare i rami che avevo già a casa mi pareva anche abbastanza ovvio (di certo, se non ne fossero avanzati, non avrei messo in cantiere questo lavoro, perché non avrei avuto il tempo di andare a cercarne), ma - col senno di poi - forse non è stata poi un’idea così geniale. Vediamo perché.

Il mio appuntamento con i bambini era stato fissato per mercoledì 27 novembre; i rami, per comodità, erano stati recuperati da Papallo e dal Pripi il sabato precedente (23 novembre); io ho cominciato la mia Corona dell’Avvento giovedì 28 a quasi una settimana dalla loro raccolta. Dunque? 

Immagino che ci sarete arrivati da soli: i rami non erano più freschissimi, non sicuramente rovinati, ma avevano già alle spalle quasi una settimana di appartamento. Inoltre erano stati conservati in una busta di plastica per evitare di seminare aghi ovunque e questa è stata la vera genialata.

Il mio secondo consiglio è quindi quello di usare rami appena colti e, nell’impossibilità di usarli subito, di conservarli almeno in un luogo fresco, magari dentro un vaso per evitare che possano piegarsi.

Assieme al Pripi ho cominciato a tagliare le frasche e a formare dei mazzetti che ho legato con un sottile filo di ferro gommato.

Una volta raggiunto il numero sufficiente, ho cominciato a fissarli alla struttura, utilizzando il medesimo fil di ferro, fino a ricoprirla totalmente.

Il giorno successivo, nell’attesa di andare a prendere il Pripi alla scuola materna, ho pensato di continuare l’opera, decorando la corona con delle pigne che avevo già in casa e che avevo fatto seccare per altri lavori.

Visto che mi avanzava ancora tempo, ho deciso di sistemare anche le candele, procedendo per guadagnare tempo a modo mio, non seguendo quindi il metodo corretto.

Andiamo a rivedere i materiali che avevo sul tavolino della scuola materna e osserviamo, in particolare, le candele. Cosa notate?

Le candele hanno già il supporto inserito. La maestra, infatti, mi aveva già fornito quelle dell’anno precedente, perché mi aveva detto che il tempo a disposizione per la mia dimostrazione non era molto e che questa operazione era piuttosto lunga. Mi aveva pure spiegato come aveva fatto a prepararle.

Le mie candele, invece, dovevano ancora essere approntate. Ma io non avevo tempo, dovevo uscire, volevo finire e ho improvvisato! E cosa ho fatto? Ho pensato che usare delle viti, invece che dei chiodi, potesse essere una buona idea, visto che potevano essere inserite nella candela, avvitandole lentamente.

Se la cosa avesse funzionato, avrei potuto vantarmi di aver trovato una soluzione rapida. Ma naturalmente, dopo aver fissato le prime tre candele, un po’ sulle spine, perché mi rendevo conto di non procedere in modo adeguato, arrivata alla quarta mi sono ritrovata con una candela spaccata in due (che non ho fotografato). Quindi, già irritata per non aver terminato il lavoro, ho dovuto anche andare a comprarne un’altra.

Il giorno successivo, quindi, ho ripreso da dove avevo interrotto e ho cominciato a fissare le quattro candele alla struttura. Più procedevo e più non ero soddisfatta, perché le frasche erano molto folte e non riuscivo a far passare il filo di ferro, già attaccato alle viti, attorno al supporto circolare e men che meno a fissarlo in maniera sicura.  Alla scuola materna ci avevo messo pochissimo tempo a fissarle, come mai adesso lo stesso sistema non funzionava? Semplicemente perché le candele erano un pochino più larghe e non riuscivano ad appoggiarsi bene sulla struttura.

A quel punto visto che stavo facendo più confusione che altro, ho deciso di smontare tutto e ricominciare da capo. L’intenzione era di fissare le candele usando delle viti più lunghe, viti che avrebbero dovuto attraversare tutta la struttura.

Quindi il mio terzo consiglio, per l’esperienza che ho avuto, è quello di fissare le candele prima di mettere i rami sempreverdi, in modo che siano ancorate in modo sicuro.

A questo punto le candele già sufficientemente strapazzate, potevano finalmente essere fissate ai supporti. Avete visto cosa mi è successo ad improvvisare? Non fate quindi come me, seguite il mio quarto consiglio

Il metodo corretto da seguire è questo: il chiodo o la vite devono essere scaldati con l’aiuto di un accendino o di un fiammifero, affinché possano penetrare molto più facilmente nella cera. Una cosa abbastanza ovvia, no? Che poi, non me l’avessero detto!

Arrivata un’altra volta alla quarta candela – lo so è una barzelletta – mi sono ritrovata ancora con una candela spezzata e questo perché? Semplicemente perché la suddetta ha deciso che le troppe torture (prima la vite piccola, poi quella più grande) non erano di suo gradimento e me la sono trovata spaccata di netto.

A quel punto la voglia di buttare tutto dalla finestra era abbastanza forte, però mi dispiaceva, perché il Pripi già pregustava l’accensione della prima candela.

Uscire per comprarne un’altra era fuori discussione e così mi sono arrangiata. Ho riattaccato le due parti, sciogliendo leggermente la cera e poi, per essere più sicura della tenuta, ho approntato una decorazione fasulla per tenere insieme il tutto: un semplice fiocco fatto di spago.

Magari non eccezionale come soluzione, ma efficace.

Generalmente quando mi trovo in difficoltà con un lavoro, mi prende il panico e attorno a me la confusione e la sporcizia crescono a dismisura. Ora, tutto questo non sarebbe un grosso problema, avendo a disposizione un laboratorio, un tavolo da lavoro, uno spazio adeguato insomma. Ma se non si è ben sicuri del risultato, se si procede a tentoni, se soprattutto si vuole trovare soluzioni brillanti, senza averne le capacità, allora è meglio non lavorare su un tavolo di cristallo ricoperto da una semplice tovaglietta di plastica. Sì, lo so, è imperdonabile!

Questo è quello che ho recuperato alla fine del lavoro.

Quindi il mio quinto consiglio è quello di lavorare su una superficie poco delicata o al massimo ricoprire completamente il prezioso tavolo.

In verità avevo cominciato il lavoro sul pavimento, ma poi, visto che il Pripi, dopo l’entusiasmo iniziale, mi aveva scaglionato il resto del lavoro, avevo pensato di trasferirmi in una postazione più adeguata alla mia schiena martoriata. Sono o non sono un genio?

Alla fine la Corona dell’Avvento è stata ultimata e la spaccatura in primo piano, come avete potuto vedere, è piuttosto evidente.

L'aggiunta di un nastro rosso è stato un modo di rendere più decente un lavoro, che non mi soddisfa per nulla, ma non tutte le ciambelle riescono con il buco, o no?



Aggiornamento del 17 novembre 2014

Con questo post partecipo con estremo piacere alla splendida iniziativa di Daniela (Decoriciclo) e di Maria (Africreativa).




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10 commenti :

  1. La bravura di chi è veramente creativo come te è la capacità di saper risolvere gli imprevisti!!!

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    1. Diciamo che ci ho messo su una bella toppa! Allo stato attuale la Corona dell'Avvento sta seminando aghi ovunque ed ha un aspetto abbastanza triste! Non penso arriverà a Natale!

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  2. Son venuta a conoscerti..
    Ti capisco benissimo, a volte è capitato anche a me. Uno dei motivi per cui pubblico meno tutorial di craft è che sono sempre di corsa e ho deciso che per un po' mi concentro su altro... Di recente mi sono trovata a collaborare con un'associazione (cioè in realtà a prestare il mio lavoro e le mie idee, ma per una buona causa) e ho fatto esperienza con qualcosa che non avevo mai sperimentato: 3 tavoli interi a disposizione, due di materiali e uno enorme per lavorare, con tutto a portata di mano. Fantastico!!! :)
    E' finita che per loro ho realizzato lavori molto belli e per me a casa nei ritagli di tempo, e quasi con gli scarti dei materiali che avevo comprato per aiutare loro qualcosa di molto veloce, andrà meglio gli anni prossimi... :)

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    1. Ciao Cì, benvenuta! Per lavorare bene bisognerebbe avere degli spazi adeguati, ma chi li ha? Io abito in una mansarda di città, non ho neppure un balcone e certo questo non favorisce certe attività. In genere mi piazzo in mezzo al salotto, ma è evidente che faccio sempre un discreto porcile. Però è così, quindi o mi adeguo (e vedere la baraonda è sempre una grande sofferenza) oppure rinuncio. Anche cucire è un'agonia: ci metto più tempo a preparare e a mettere in ordine che a fare quello che devo. A volte, veramente, mi passa la voglia.

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  3. Troppo forte Federica!
    me li segno tutti consigli!
    E come mi sono ritrovata in quello che scrivi!
    Anche io, purtroppo, sono una dell'ultimo minuto e mi faccio prendere dall'ansia e dal nervosismo!
    E soprattutto (sigh!) come te non ho un luogo dove lavorare ma "impesto" sempre la cucina con risultati disastrosi!
    Ma si può sempre migliorare giusto?
    Grazie per aver partecipato all'iniziativa di Natale.
    Un forte abbraccio Maria
    P.S. Quest'anno la riutilizzi o ne fai un'altra?

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    1. Maria cara, quando rinascerò la mia casa avrà una cucina di 50 metri quadri, una hobby room altrettanto grande e tutto il resto in miniatura!!!
      Io impesto cucina, lavanderia e salotto. Ho un tavolo smontabile (quello della Foppa Pedretti con le due ali laterali) che vaga, in tutte le sue forme, da una parte all'altra di casa mia, con sopra le mie mercanzie. Non contenta uso il tavolo di cucina, che è una piccola penisola, e pure quello del salotto, che è il meno adatto di tutti.

      Si può sempre migliorare, sì .... infatti ho cominciato a rendermi conto che casa ordinata e creatività non possono andare d'accordo e non perché io non sia ordinata, anzi, semplicemente perché ci metto più tempo a tirar fuori e a metter via che a creare. Quindi ci ho rinunciato!

      La povera ghirlanda si è seccata in maniera disastrosa, ha perso tutti i suoi aghi e, alla fine, pareva uno scheletro!
      Direi che non la riutilizzo, no!

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  4. Ciao Squitty, anche io per anni ho rotto le candele come te con i chiodi freddi... per fortuna la vedevano in pochi! :P Grazie dei tuoi consigli! Dani

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    1. Ed io che pensavo di avere l'esclusiva di questi disastri! Beh, mi consolo!

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  5. Risposte
    1. Diciamo che non rimarrà negli annali ... ma, dai, ha svolto la sua funzione.
      La cosa strana è che, da quella volta, non ho più replicato l'esperimento.

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